''Sia chiaro che si parla solo di profughi libici, che al momento non ci sono, non certo di clandestini. Noi sui profughi siamo pronti a fare la nostra parte''. Firmato Luca Zaia, pr e governatore del Veneto. Questa sarebbe la famosa condivisione da parte delle Regioni, sbandierata dal ministro Maroni, sul piano per accogliere 50 mila profughi.
Forse le cose però sono un filo più complicate di come le vede Zaia, per almeno un paio di motivi. Il primo è che la crisi libica non genera solo profughi libici. Ci sono gli stranieri che lavoravano in Libia, ci sono i popoli confinanti che subiscono l'impatto di quanto succede a Tripoli e dintorni, ci sono i migranti che Gheddafi tratteneva in condizioni tutt'altro che umane.
E poi c'è un altro problemino: le sparate xenofobe trasformate in legge negli ultimi anni proprio dalla Lega, partito di cui guarda caso il governatore veneto fa parte, hanno trasformato per legge tutti i profughi in clandestini. Chissà, magari Zaia questo lo ha dimenticato.
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