il blog di lucio fava del piano







giovedì 30 giugno 2011

il tappeto di Bossi

"Il problema dei rifiuti lo abbiamo già risolto una volta", se i rifiuti sono ancora instrada "vuol dire che i napoletani non imparano la lezione". Stavolta il ricattino non è riuscito, con il governo che ha approvato il decreto per lo smaltimento dei rifiuti a Napoli pur con il voto contrario dei ministri leghisti, e Bossi prova a buttarla in caciara.

Verrebbe voglia di fargli presente che se il problema era stato risolto, i napoletani potevano fare ben poco. Se invece non imparano la lezione, evidentemente il governo non aveva risolto il problema, aveva solo messo la polvere sotto il tappeto.

Non contento, il vecchio leader lùmbard tiene ad aggiungere che "le regioni del Nord non sono disposte ad accogliere i rifiuti provenienti dalla Campania". A quale titolo parli a nome di tante regioni, anche alla luce delle recenti elezioni amministrative, è un mistero ancora da chiarire.

le preoccupazioni di Piersilvio

"Se sono preoccupato per un'eventuale crisi di governo? Per Mediaset no. Sono più preoccupato che l'ostilità, maturata in questi 17 anni di impegno di mio padre in politica, possa essere strumentalizzata anche nei confronti di Mediaset, questo sì".

Preoccupazione più che legittima quella di Piersilvio Berlusconi. Viene però da domandarsi dove fosse, l'illustre rampollo, quando il padre strumentalizzava il suo impegno in politica a favore di Mediaset, l'unica azienda editoriale al mondo che pur se in calo di ascolti aumenta gli introiti pubblicitari.

mercoledì 29 giugno 2011

l'assegno scoperto

"La formulazione della manovra economica rateizzata e postdatata, sostanzialmente a dopo le elezioni politiche, è la prova più lampante della paralisi dell'attività di governo. Con questo passaggio si dimostra l'inutilità dell'accanimento terapeutico voluto da Berlusconi per il suo governo".

Con una sola dichiarazione, Italo Bocchino regala ben due immagini dell'attuale governo, due metafore ciascuna a suo modo estremamente calzante. Una più cruenta, un individuo tenuto in vita solo da un respiratore artificiale. L'altra più immediata: un assegno postdatato. E scoperto.

la rimodulazione degli slogan

"La rimodulazione delle tasse nasconde un inasprimento fiscale che inciderà sulla dinamica dei consumi. Il nuovo slogan di Berlusconi è "più tasse per tutti"". Parola di Bruno Tabacci, neoassessore al comune di Milano.

Sembra passato un millennio, forse un'era geologica, eppure appena 10 anni fa le promesse erano ben diverse. Mai mantenute.

martedì 28 giugno 2011

l'etichetta di Romano

"E' probabile che i ministri, dal mese prossimo, non abbiano più lo stipendio". All'uscita dal vertice di maggioranza a palazzo Grazioli il ministro Romano prova a dare sostanza alla sua etichetta di responsabile, definendo l'ipotetica misura finalizzata a "dare il buon esempio".

Sarebbe tutto molto bello. Peccato solo che poi abbia aggiunto che i responsabili dei dicasteri privati dello stipendio da ministro manterranno "solo quello da parlamentare", che non equivale esattamente alla paga di un addetto al call center.

Bella forza.

neanche con la sfera di cristallo...

"Lo show di ieri era inguardabile. Non è brutto, di più. Una noia mortale, una noia mortale. Io lunedì gli faccio una normalissima programmazione. Eh, questi fanno il dieci, perché veramente non si può guardare". Parola dell'allora direttore generale della Rai Masi, a proposito di Vieni via con me, in una telefonata intercettata con Bisignani.

Poco dopo l'Auditel ha comunicato i dati di ascolto della trasmissione in questione: 25 per cento di share con picchi di 32, 7,6 milioni di spettatori medi, con punte di 9,2 milioni. Un record che verrà battuto nelle altre puntate.

Nessun programma di Raitre ha fatto meglio nella storia. Nessun dg dell'azienda ha dimostrato di capirne meno.

se la gente ci odia, basta non pensarci!

"Diciamolo chiaramente: siamo impopolari. E' inutile puntare sul gradimento, ormai non possiamo più ottenerlo. Inutile negarlo, la gente ormai ci detesta". Botta di autocoscienza del ministro Rotondi, che in un'intervista a Libero canta la fine, senza possibile ritorno, del governo.

Chiaramente dopo dichiarazioni di questo tenore uno si aspetterebbe le dimissioni, almeno quelle del diretto interessato. E invece no.

Con un funambolismo a metà tra Ronaldinho e un acrobata da circo, Rotondi individua candidamente l'unica possibile soluzione: "Berlusconi deve avere un'unica preoccupazione, coltivare i rapporti con camera e Senato.Non possiamo dargli l'aumento (poveretti, già guadagnano così poco... n.d.r.), ma almeno coccoliamoli, rassicuriamoli, non rompiamogli le palle".

Insomma, prima pensavamo che degli elettori se ne fregassero. Adesso la cosa viene teorizzata e certificata.

lunedì 27 giugno 2011

il momento di Di Pietro

"Nella scelta tra fare infrastrutture e farle a manganellate, noi siamo senza se e senza ma dalla parte del rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e delle persone. E quindi è chiaro che vorremmo che si facessero, ma preferiamo mille volte andare con il mulo piuttosto che sulle teste di cittadini inermi".

Questo è il Di Pietro di oggi in merito agli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti che si oppongono alla costruzione della Tav Torino-Lione. Posizione più che legittima, sfido chiunque a trovare un solo teorico delle infrastrutture a colpi di manganello.

Solo che quando qualche anno fa era ministro delle Infrastrutture, il Tonino non la pensava esattamente così, spiegando spesso ai quattro venti che chi protestava in Val di Susa non erano cittadini del posto, ma esponenti di "centri sociali del Veneto, gay della Baviera, disoccupati organizzati" e altri professionisti della contestazione a prescindere.

Evidentemente, per Di Pietro è proprio periodo di svolte.

emergenza oppure no?

"Vareremo un provvedimento serio, sollecito e responsabile e cioè il trasferimento dei rifiuti in via straordinaria e temporanea fuori dalla Campania e lo faremo nel prossimo consiglio dei ministri, come Berlusconi ha già detto". Stefania "cioè" Prestigiacomo prova a tornare al suo lavoro di ministro dell'Ambiente, e lo fa promettendo una soluzione straordinaria per i rifiuti a Napoli.

Quanto al rischio di opposizione da parte della Lega, che la ministra definisce "inaccettabile", ci pensa La Russa: "Se l'intervento del governo in aiuto di Napoli sarà a tempo, di breve durata e impossibile da trasformare in un ingiusto e nefasto diritto permanente, credo che l'accordo con Bossi si troverà".

Anche l'opposizione pare d'accordo, con Casini che parla di "pura irresponsabilità prorogare il decreto. Questo va fatto subito andava fatto ieri e non domani" e Vendola che chiarisce come "'Noi siamo disponibili a fare la nostra parte".

Tutto bene. ma cosa ne pensano i napoletani? Il sindaco De Magistris afferma che lo stato di emergenza "non serve perché è quello che ci ha consegnato una città con la spazzatura. Dobbiamo risolvere il problema con l'ordinarietà, con le leggi attuali".

Ecco, se qualcuno pensa che la soluzione sia a portata di mano, farà bene ad armarsi di santa pazienza.

domenica 26 giugno 2011

l'offerta di che?

"Il governo ha ancora 18 mesi di legislatura davanti. Ho detto ai nostri oppositori: cerchiamo di impiegarli bene insieme, cerchiamo di realizzare insieme le riforme che servono al Paese, e soprattutto pensate se non vale la pena di accettare questa nostra offerta".


Berlusconi si è svegliato di buon mattino - forse sarà il caldo, o magari ieri sera ha mangiato pesante al matrimonio della Carfagna - e ha consegnato un nuovo messaggio ai promotori della libertà, o meglio alle agenzie di stampa. Messaggio apparentemente conciliante e di apertura verso l'opposizione.


Viene solo da chiedersi quale sia "questa nostra offerta" di cui parla Berlusconi. Cioè, lui chiede alle opposizioni di "realizzare insieme le riforme", quelle che interessano a lui, si presume, ma non si capisce bene l'opposizione cosa avrebbe da guadagnarci. Più che un'offerta, si direbbe a Roma, sembra una sòla.

sabato 25 giugno 2011

Berlusconi alla scoperta dell'acqua calda

"La Lega, pur di non far arrivare i rifiuti nelle altre regioni, mi vuole costringere a proclamare lo stato d'emergenza: sarebbe come ammettere che in tre anni tutto quello che abbiamo fatto non è servito a niente. Tornare al punto di partenza è una cosa inaccettabile".


Si tranquillizzi, Berlusconi, si tratterebbe solo di ammettere quello che già tutti sanno: tutto quello che il governo sostiene di aver fatto per i rifiuti a Napoli non è servito a niente.

venerdì 24 giugno 2011

il dito, la luna e Lehner

"Sarebbe giusto sottoporre ad un test d'intelligenza quanti esponenti del governo e del Pdl intrattennero rapporti organici, petulanti e maldicenti con Bisignani".

Siamo abituati alle espressioni colorite del deputato Lehner, di proprietà del Pdl in prestito (non si sa se con diritto di riscatto, siamo pur sempre in periodo di calciomercato) a Iniziativa Responsabile. In questa circostanza sembra pero' di cogliere nelle sue parole una buona dose di realismo.

"In base ai risultati dei test - aggiunge - certuni ministri ottusi e corvi dell'esecutivoBerlusconi, nonché alcuni dirigenti del Pdl, andranno forzatamente rispediti in portineria, l'habitat più consono alla loro unica specializzazione, quella di sparlare alle spalle".

Ecco, dal centrodestra in questi giorni si alzano infinite voci indignate contro la pubblicazione delle intercettazioni e si preparano leggi bavaglio. Almeno ogni tanto c'è qualcuno che guarda alla miseria che da quelle intercettazioni emerge. Qualcuno che guardi la luna invece del dito.

Di Pietro non è più antiberlusconiano

"Mettiamoci intorno a un tavolo io, Bersani e Vendola e parliamo del programma, non possiamo chiedere di tornare al governo solo con l'antiberlusconismo?"

Torna a rivolgersi al Pd Tonino Di Pietro, che con una batteria di interviste ai quotidiani prova ad uscire dall'angolo delle critiche che i suoi stessi elettori gli stanno muovendo dopo la chiacchieratina con Berlusconi dell'altro giorno alla Camera.

E per farlo torna a caricare il Pd, definito oggi un "pachiderma inerme che dice di no a tutto".

Ora, dire che l'antiberlusconismo non basti e non sia una piattaforma di governo puo' essere corretto. Criticare chi dice solo e sempre di no è sacrosanto, oltretutto è un limite storico degli schieramenti di sinistra.

Solo che sentire certe cose da Di Pietro, alla luce dei suoi ultimi 10 anni di politica, suona strano e un filo meno credibile che se le stesse cose le dicesse un altro. Chiunque altro.

giovedì 23 giugno 2011

diavolo o acqua santa?

"Berlusconi stupratore della democrazia". Era il 29 settembre scorso, meno di un anno fa, quando Antonio Di Pietro si esprimeva in questi termini sul presidente del Consiglio.

E non era certo un'eccezione: da anni l'ex pm rivolge a Berlusconi di tutto tranne che carezze, come può testimoniare anche un breve giro sul suo blog. "Lui e Frattini sono conigli", tuonava a marzo, "la santa alleanza contro Berlusconi si può fare", sferzava a febbraio, e via andare tra un "fuggitivo" in Aula e una "maggioranza di carta" o un "declino" ancora sul blog.

Insomma, da anni non fa altro che cantargliele, è quasi il suo marchio di fabbrica. Ovvio che il siparietto di ieri alla Camera abbia indispettito molti elettori di Idv, che non hanno per niente gradito. Nella sua recente svolta moderata Tonino prova a chiedere loro "che altro dovevo fare, menargli?". Magari no - anche se molti suoi simaptizzanti avrebbero gradito - però se per anni tratti uno da diavolo, non puoi improvvisamente scoprire che è acqua santa. O anche solo acqua.

l'arretrato Castelli

"A mio avviso i romani non vogliono pagare perché sono arretrati culturalmente, perché pensano che lo Stato debba pensare a tutto". Carineria del viceministro leghista Castelli all'indirizzo dei cittadini romani che si oppongono al pagamento del pedaggio sul grande raccordo anulare.

Ora, al di là di discorsi storici sulla nascita della cultura a Roma e nelle pianure del nord Italia (un mio amico diceva "quanno voi stavate ancora sugli alberi, noi a Roma eravamo già froci"), stupisce che proprio un esponente delle Lega tracci un'equivalenza tra non voler pagare e arretratezza culturale.

Insomma, non so se Castelli avrebbe il coraggio di ripetere le stesse cose agli allevatori che non vogliono pagare le multe per le quote latte, a quelli che chiedono il respiratore artificiale per Malpensa, o ai tanti che sul pratone di Pontida ululano contro le tasse.

mercoledì 22 giugno 2011

ghe pensi mi, come al solito

"Il nuovo sindaco di Napoli non ce l'ha fatta, come diceva, a ripulire la città in cinque giorni: come sempre, dovrò intervenire io".

Lo avrebbe dichiarato Berlusconi ad alcuni parlamentari campani del Pdl.

Se è vero, visti i precedenti, i napoletani faranno bene a deporre tutte le speranze.

il fittizio La Russa


"Vedo l'avvio di una fase di depressione politica nella sinistra, che si sta accorgendo di andare contro un muro". Non nasconde la soddisfazione Ignazio La Russa nel commentare la fiducia ottenuta dal governo ieri alla camera e gli esiti della verifica parlamentare.

Preso dall'entusiasmo, si spinge anche a dire che "il combinato disposto del voto di fiducia di ieri alla Camera, in cui abbiamo avuto la maggioranza assoluta, e del discorso del premier di oggi, ha fatto sfumare nella sinistra il clima di fittizia soddisfazione creatosi dopo il voto".

Io non so se qualcuno all'opposizione avesse pensato di far cadere Berlusconi con le amministrative e il referendum. Ma resto convinto che l'elezione di tanti sindaci di centrosinistra e la bocciatura di tre leggi qualificanti volute dal governo siano tutto tranne che fittizie e immagino anche soddisfacenti. Ma forse La Russa pensava si trattasse solo di sondaggi.

cioè, Prestigiacomo?

"Cinque anni fa, cioè o io ora sono in condizione di essere lì e di fare delle cose e di avere la mia quota di visibilità perché faccio delle cose oppure che ci sto a fare il gioco non è un governo di venti ministri, 25 ministri dopodiché quattro comandano e gli altri fanno il contorno... io sono considerata il contorno e perché hanno capito che persona sono... Cioè è che non mi amano no purtroppo ci troviamo tutti in un centrodestra e sono tutti referenti di Berlusconi, stanno tutti per Berlusconi, cioè per esempio lui si incazzerà domani là a Napoli perché io gli ho stoppato l'apertura della discarica a Serre... gliel'ho stoppata ma io sono consapevole del fatto che in otto giorni non cambia niente e poi siamo con la coscienza a posto e non arrivare armati".



Cioè, come direbbe lei - per la cronaca, Stefania Prestigiacomo, intercettata mentre si lamenta con Bisignani - va bene che quando uno parla al telefono lo fa spesso in modo informale, va bene anche una certa agitazione, va bene tutto. Ma ogni tanto non si potrebbe avere un po' di sano soggetto-predicato-complemento?

martedì 21 giugno 2011

gli aggettivi di Bondi

"In qualsiasi altro Paese del mondo la vicenda giudiziaria della cosiddetta 'P4' sarebbe non solo intollerabile e inammissibile, ma soprattutto impensabile". Ce l'ha, tanto per cambiare, con la magistratura Sandro Bondi, ex mire e ormai solo piagnucoloso coordinatore Pdl.

"In Italia - prosegue - ci siamo assuefatti, invece, ad una situazione abnorme e incredibile, senza che nessuna voce autorevole della cultura o della politica lanci un grido di allarme di fronte ad un vero e proprio degrado della giustizia, dell'informazione, delle istituzioni e della politica. Senza considerare l'inaudita barbarie dell'esposizione al linciaggio mefitico di persone che non sono neppure sospettate di alcuna responsabilità penale".

Al di là del fatto che se non ci fosse sospetto di responsabilità penale non ci sarebbe indagine della procura, come sa ogni studente al primo anno di giurisprudenza, ma intollerabile, inammissibile, impensabile, abnorme, incredibile, e poi degrado, inaudita barbarie e linciaggio mefitico non sono termini un po' troppo forti (e numerosi) per dire che odia la magistratura e le intercettazioni telefoniche?

il passo indietro

"Non abbiamo fatto nessun passo indietro". Con effetto comico degno di palcoscenici più prestigiosi, Bossi esterna soddisfazione per l'accordo notturno che ha portato addirittura alla scrittura di un ordine del giorno - praticamente una dichiarazione di intenti che non impegna nessuno - sui Ministeri al nord, questione di fondamentale importanza e che tiene con il fiato sospeso l'intero Paese.

In particolare, il testo - che ha avuto bisogno di un lungo e faticoso vertice notturno, prevede che possano essere istituite "sedi di rappresentanza operative" dei dicasteri in altre aree del territorio senza "oneri a carico dello Stato".

Ora, con buona pace di Bossi, non è esattamente la stessa cosa che i lùmbard chiedevano a Pontida non più tardi di 48 ore fa, trasferimento in terra lombarda di quattro-ministeri-quattro, tra i quali Economia e Finanze (perché la Lombardia è il cuore dell'economia, spiegavano) e i dicasteri retti da Bossi e Calderoli (per essere più vicini a casa, si presume).

Non è un passo indietro, è una caduta rovinosa. Nel ridicolo.

lunedì 20 giugno 2011

il Calderoli dislocato

"Il nostro progetto non riguarda soltanto il nord, ma concerne l'intero Paese, compreso il sud: riteniamo infatti che anche il Mezzogiorno possa e debba legittimamente aspirare ad avere dei ministeri dislocati sui propri territori".

Sotto un fuoco di fila incrociato che passa anche per la Cei di critiche, sbugiardamenti, prese in giro, velate minacce e spernacchiamenti per la sua bislacca proposta di "territorializzazione" dei ministeri - una cosa che semplicemente non ha eguali al mondo, anche negli stati molto più federali del nostro - l'infaticabile Calderoli prova a rimettere la palla in campo, con tanto di uso incongruo del plurale maiestatis.

La nota buffa è che tutte le agenzie che hanno battuto questa imperdibile dichiarazione, spesso omaggiata dei galloni del flash, ricordano unanimi che il signore in questione, di mestiere, fa il ministro per la Semplificazione. Semplificazione che, nel progetto in questione, non si riesce a trovare neanche con due mani e una lanterna.

la leggerezza di Letta, a sua insaputa

"Non escludo che Bisignani mi abbia potuto dire che era oggetto di attenzioni da parte dell'autorità giudiziaria. Di certo non mi ha detto che era intercettato e che era Woodcock che lo intercettava. Posso aver detto a Bisignani di non parlare troppo al telefono, visto che lui è piuttosto facondo".


Questo è quanto dichiarato da Gianni Letta ai pm napoletani lo scorso febbraio. Praticamente la sublimazione dello scajolismo, dopo l'appartamento comprato a sua insaputa, le cose forse dette, quasi dette a sua insaputa.


Senza contare che ogni comune mortale, se qualcuno lo avvertisse di essere sotto osservazione da parte della magistratura, probabilmente salterebbe sulla sedia, quasi certamente si preoccuperebbe, in ogni caso se ne ricorderebbe.


Letta, la cui flemma è ormai leggendaria, al pari della sua riservatezza, invece no. Lo avvisano che qualcuno in procura lo tiene d'occhio e lui non se ne dà pena. Anzi, a distanza di qualche tempo, neanche se ne ricorda più. Bello vivere con il cuore leggero.

chi ha paura di che?

"Se escono le intercettazioni con me mi rovini!" Una preoccupatissima Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente, parla così a Luigi Bisignani in una telefonata intercettata dalla Procura di Napoli, nel corso della quale lo stesso Bisignani mostra di credere di essere intercettato dalla Procura di Napoli.

Al di là del surreale gioco di specchi del tipo io so che tu sai che io so, viene in mente che da anni ci sentiamo dire che le intercettazioni sono un'indebita intromissione nella privacy delle persone. Poi però intercetti un ministro e quella teme di poter essere rovinata dalla telefonata, cioè da quello che sta dicendo, o che sta per dire, o che potrebbe dire.

Ecco, io resto della mia idea, e cioè che le intercettazioni telefoniche semplicemente non sono un problema. Almeno per chi non abbia nulla da nascondere.

di cosa si parla oggi?

La crisi greca spinge al ribasso la Borsa, con Milano che oggi perde un 2,5%. L'Istat segnala poi che ad aprile gli ordini sono calati del 6,4%, con un preoccupante -12,1% per quelli provenienti dall'estero. Ci si aspetterebbe che la politica si occupasse di queste cosucce, ma sfortunatamente sono tutti troppo occupati a discutere del grande nulla del 2011, il fantomatico trasferimento dei ministeri a Milano. Almeno la varietà dei toni non manca.

Battaglieri gli ex An di governo: per Alemanno "ci sono dei valori non negoziabili, come la centralita' di Roma Capitale" e la proposta leghista "è una boiata". Gli fa eco La Russa, che prova anche a fare il simpatico: "La cosa piu' importante accaduta ieri al raduno leghista a Pontida è stata l'indifferenza sulla questione del trasferimento dei ministeri al nord". Poi Alemanno annuncia iniziative parlamentari sull'argomento, ma incassa lo stop di Cicchitto, "è sbagliato drammatizzare".

Più possibilista Formigoni: "In parte la ritengo una proposta condivisibile, sempre che si parli di applicazione di un modello reticolare della governance" afferma, e già capire cosa sia il modello di cui parla è un'impresa.

Prova a riportare tutti alla ragione la presidente di Confindustria Marcegaglia, secondo cui "Questi non sono temi veri del Paese,i temi veri sono il bilancio a posto, la riforma fiscale, le liberalizzazioni, investire in ricerca e innovazione. Il resto mi sembra un po' propaganda".

A occhio, quando ha parlato gli altri erano tutti distratti.

domenica 19 giugno 2011

il non-sense di Bossi

"Sui ministeri Berlusconi aveva già firmato il documento, poi si è cagato sotto".

In queste poche parole di Bossi c'è tutto il senso del raduno leghista di Pontida, un comiziaccio da strapaese spacciato per appuntamento politico fondamentale, in cui si mischiano volgarità gratuite e discussioni non-sense, come quella onirica sui ministeri al nord, che ancora nessuno ha spiegato a cosa dovrebbero servire, e che la Lega da sola ha prima evocato, poi cavalcato e ora affossato.

venerdì 17 giugno 2011

ok, lo choc è giusto

"Il 22 giugno Berlusconi, che è un uomo intelligente e ha capito che stiamo attraversando un momento difficile, scioccherà ancora una volta tutti gli italiani, io lo so perché me lo ha confidato lui. Farà dei fuochi d'artificio, lui è l'unico che può ancora fare sparate".

Certo, se ad affermare una cosa del genere è la già cantante, già cover girl di Playboy, già presentatrice di Ok il prezzo è giusto ed europarlamentare Pdl Iva Zanicchi, c'è da crederle.

Con un paio di riserve. la prima è che il fatto che Berlusconi abbia detto una cosa non è esattamente garanzia che quella cosa diverrà realtà, come l'esperienza insegna. La seconda è che dopo 20 anni sono ben poche le cose che Berlusconi possa ancora fare per scioccare gli italiani.

Oddio, forse a pensarci bene una cosa ci sarebbe: comincia per dimiss...

Gheddafi, un amore finito male

Con il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) l'Italia potrà avere una "collaborazione più trasparente e coerente rispetto a quella che c'era in passato" con la Libia. Il ministro degli esteri Frattini regala una perla da stropicciarsi gli occhi e le orecchie.

Perché il presunto capo della diplomazia italiana afferma - che se ne renda conto o meno, poco importa - che in passato la collaborazione tra Italia e Libia era poco, o non era sufficientemente, trasparente e coerente.

Deve essere per questo che ogni pochi mesi Michael Jackson Gheddafi veniva ricevuto con impensabili onori in Italia e che il governo Berlusconi firmava con il dittatore accordi per miliardi di euro a carico nostro.

tutti a Pontida/2

"Credo che Pontida domenica sia l'ultima chance per la Lega di scendere da un treno che sta andando a sbattere, sarebbe meglio per tutti, anche per la Lega, non perdere tempo".

All'interno del Pd, il partito degli alleanzisti è sempre forte, e insegue oggi questo, oggi quel partito, nella convinzione che le geometrie delle alleanze e degli accordi siano più importanti di programmi e persone. Tra i campioni di questo raggruppamento, Enrico Letta, che per un giorno mette da parte il corteggiamento a Casini, indirizzando i suoi pensieri affettuosi alla Lega.

Con una chiosa per qualcuno sorprendente: "Noi ci auguriamo che la Lega abbia ancora una futuro nella storia politica del nostro paese". Perché, esattamente?

tutti a Pontida

TotoPontida, il responsabile e siciliano ministro Romano, per una volta prova a lisciare il pelo alla Lega. "Bossi spiegherà ai suoi che il governo è al lavoro per realizzare le riforme e risollevare la nostra economia alleggerendo la pressione fiscale".

Resta da vedere se "i suoi" gli crederanno.

giovedì 16 giugno 2011

le solite balle

"Il governo Berlusconi si era impegnato a non lasciare soli i lampedusani e Lampedusa. Tutto è stato fatto". Così in conferenza stampa il ministro Alfano rimarca con fiero cipiglio le magnifiche sorti e progressive del governo di cui fa parte.

E siccome le buone notizie non vengono mai da sole, lo stesso Berlusconi annuncia "il 28 di questo mese stipulerò il rogito della villa che avevo scelto e sarò un lampedusano anch'io".

Si immaginano le scene di giubilo a Lampedusa. Soprattutto tra chi lo scorso 30 marzo si era sentito dire dal presidente del Consiglio che l'isola sarebbe tornata alla normalità "entro 48-60 ore", e non 78 giorni, e che la villa era già stata acquistata.

Insomma, per fare una sintesi: anche stavolta il governo ha contato balle.

l'inconsapevole ammissione di Brunetta

"Ridirei tutto e lo rifarei, è stato un agguato mediatico costruito per avere immagini e voce, un agguato programmato. La rete usata come un manganello mediatico". Si è svegliato battagliero il ministro Brunetta, e di fronte all'offensiva contro le sue vergognose affermazioni di ieri decide di tenere il punto.

Poi però qualcuno deve fargli notare che la sua posizione è indifendibile, e allora corregge il tiro: i precari sono "vittime del sistema". Con chi se la prendeva allora? "Io ce l'ho con quella casta di privilegiati molto romani" che agisce solo "per avere visibilità mediatica".

Privilegiati? Romani? Visibilità mediatica? Detto da uno che fa il ministro, e quindi quanto a privilegi non sta messo male, sguazza nella casta romana e passa le sue serate tra Porta a Porta e Ballarò, la pezza sembra ben peggiore del buco. A meno che non fosse un'ammissione che Brunetta ce l'ha con se stesso e con quelli come lui.

la digestione di Bondi

"Sono profondamente turbato, allo stesso modo, credo, di milioni di italiani, rispetto a nuove inchieste giudiziarie che rischiano di apparire come una ulteriore, grave distorsione nel rapporto tra politica e giustizia". Periodica riemersione dall'apnea della depressione per l'ex ministro Bondi, che con queste parole accorate commenta i recenti sviluppi della cosiddetta inchiesta P4 e l'arresto di Luigi Bisignani.

Parole che meritano qualche precisazione. E' vero che molti italiani sono turbati di fronte alla distorsione del rapporto tra politica e giustizia. ma, a differenza di Bondi, non lo sono per l'inchiesta, bensì per quello che l'inchiesta rivela, dossieraggi e cose varie. E la distorsione nei rapporti eccetera sembra risiedere soprattutto in un signore che afferma di aver spiato i pm per riferire delle loro attività ai suoi referenti politici.

Ma tutto questo a Bondi non interessa. Anzi, insiste affermando di non credere "giovi a nessuno, tantomeno alla sinistra, innescare una atmosfera che può apparire come vendicativa". Non c'è niente da fare, l'idea che le indagini vengano svolte dalle Procure della Repubblica e non da agenti di Bersani proprio non riesce a digerirla.

mercoledì 15 giugno 2011

La lungimiranza di Brunetta

"Basta con la retorica del precariato, ci vuole concretezza. Ogni tanto c'è una madre che si lamenta con me perché suo figlio non trova lavoro, ma quando le dico: 'bene, allora domani mattina alle 5 vada ai mercati generali a scaricare le cassette', lei risponde sempre no. Quello è il modo migliore se vuole lavorare, scaricare la cassette,  per tutti gli italiani".

Ha le idee chiare il ministro Brunetta, i lavoratori precari non sono altro che "l'Italia peggiore" - parole sue - fannulloni incompetenti che non hanno voglia di far niente, motivo per cui accettano pochi spiccioli per un lavoro in un call centre che oggi c'è e domani chissà.

Al di la' della sgradevolezza dei toni - ai quali purtroppo Brunetta ci ha da tempo abituati - poco consoni a chiunque e intollerabili sulla bocca di un ministro della Repubblica, resta un'idea di scarsa lungimiranza. Brunetta, come i suoi colleghi ministri, è tra i massimi precari d'Italia. Aspettiamo, quando ci sarà un altro governo, di vederlo scaricare cassette ai mercati generali.

martedì 14 giugno 2011

Cicchitto vs. Formigoni

Spigolature postreferendarie. Per Cicchitto quello di domenica e lunedì "è stato solo un segnale sulla politica energetica. Non certo un voto politico", con buona pace del quesito sul legittimo impedimento, che di energetico pare avere ben poco.

Per il governatore della Lombardia Formigoni, invece, il risultato dei referendum configura "un'altra botta per il centrodestra", e quasi pare di cogliere nelle sue parole un sottofondo di soddisfazione.

In teoria i due militerebbero nello stesso partito. In ogni caso, la torre di controllo segnala che gli stracci stanno iniziando a volare.

giustizia, il ritorno di Paniz

Spigolature postreferendarie. Gli elettori hanno bocciato il legittimo impedimento? "Non vedo il problema: faremo la riforma della giustizia. Faremo la prescrizione breve. Faremo, se ci riusciamo, anche la legge sulle intercettazioni".

Appena si parla di difesa del premier, torna a manifestarsi la figura luciferina dell'onorevole Paniz, che non ha alcuna vergogna del far sapere in giro che morto un re - il legittimo impedimento - lui è pronto a farne non un altro, ma almeno altri tre.

Insomma, nella testa di questi signori c'è sempre l'idea che una nuova norma ad personam si possa sempre approvare in quattro e quattr'otto. Se Paniz passasse meno tempo davanti a taccuini e telecamere e più tempo in mezzo agli elettori (e forse anche agli altri parlamentari), forse si renderebbe conto che non è più così.

lunedì 13 giugno 2011

Il minaccioso Calderoli

Spigolature postreferendarie. "Alle Amministrative due settimane fa abbiamo preso la prima sberla, ora con il referendum è arrivata la seconda sberla e non vorrei che quella di prendere sberle diventasse un'abitudine. Per questo domenica andremo a Pontida per dire quello che Berlusconi dovrà portare in Aula il 22 giugno, visto che vorremmo evitare che, in quanto a sberle, si concretizzi il proverbio per cui non c'è il due senza il tre".

Primo messaggio alla luce dell'esito referendario, recapitato per voce di Calderoli, dalla Lega a Berlusconi. Resta da capire se sia un ricatto, o un semplice preavviso di sfratto.

La Russa non vuole perdere

Spigolature postreferendarie, primi commenti a dati non ancora definitivi. Per primo tocca al generalissimo La Russa, ministro della guerra.

"Noi per un attimo ci abbiamo anche sperato che non si raggiungesse il quorum", in quel caso "sarebbe stato un grande boomerang per la sinistra che ha politicizzato i referendum". L'ormai probabile "raggiungimento è l'assoluta normalità e non ha nessuna incidenza sulle politiche del governo".

Cioè, a parte il fatto che un ministro della Repubblica che afferma di aver sperato nel fallimento di una consultazione elettorale è una vergogna della democrazia, ma lascia senza parole il concetto espresso: se avesse vinto l'astensione, avrebbero perso i sostenitori del sì; se vince la partecipazione, i sostenitori dell'astensione non perdono. Neanche Moggi giocava con regole così.

L'inesperto Romano

Il governo "ha tenuto i conti in ordine e ha salvato il paese dalle speculazioni"
ma "in un momento come questo dovrebbe pensare a qualcosa in più o
avrà tenuto bene i conti per il prossimo governo della sinistra".

È la sintesi di un'intervista rilasciata da Saverio Romano, ministro responsabile di recente nomina, che evidentemente deve ancora mandare a memoria alcune cosette.

Tra le quali, ad esempio, il fatto che i conti non si tengono in ordine, come lui afferma, per favorire questa o quella parte politica, ma per tenere in piedi il Paese. O che le tasse vanno manovrate con responsabilità.

Quando lo avrà imparato, eviterà di dire anche cose come che "se non facciamo noi la riforma fiscale, ci penseranno loro a realizzarla".

domenica 12 giugno 2011

Giovanardi dà i numeri

"Ieri a Roma si sono svolti due Europride: il primo di fantasia decantato da alcuni media come un corteo con 500mila partecipanti composti e gioiosi nel rivendicare diritti. Poi c'è stato quello vero, con circa 50mila partecipanti pieno di scritte e slogan scurrili e irriverenti verso il Papa, verso la religione cattolica e i politici che non si inchinano davanti all'orgoglio gay militante".


Lo so, è vero, Giovanardi ne ha dette di ben peggiori nei confronti degli omosessuali, ma il fatto di essersi ormai ridotto a beghette da mattinale della questura, polemizzando sui numeri, è prima di tutto penoso, oltre che l'ennesima, non necessaria conferma di quella che per lui è a tutti gli effetti una vera e propria ossessione.


Poiché non ho più parole per commentare le farneticazioni del sedicente sottosegretario alla famiglia, prendo a prestito quelle di Paola Concia: "Se Giovanardi mettesse lo stesso impegno che usa contro i gay per costruire politiche a sostegno delle famiglie, l'Italia sarebbe un Paese migliore": Secondo me basterebbe anche la metà. 

venerdì 10 giugno 2011

i titoli sobri del Giornale

"Vendola abbraccerebbe anche quei nomadi che hanno ucciso il 28enne?" sull'online e "I fratelli rom di Vendola uccidono un ragazzo a Milano" sul cartaceo sono i sobri titoli con cui Il Giornale ha quasi quasi festeggiato il tragico incidente di ieri, nel corso del quale un ragazzo ha perso la vita investito da un'auto rubata.

Tralasciando altri titoli che danno la cifra della pubblicazione, tipo l'onirico "Riecco il vero Berlusconi, ottimismo e tasse giù" o il più casereccio "Seno e lato B, boom delle curve pericolose", viene quasi da stupirsi che gli articoli non diano la colpa dell'incidente a Pisapia, condendo il tutto con un chiaro "ve l'avevamo detto".

Per il commento si può scegliere tra razzismo, sciacallaggio, squallore...

quel genio di Cicchitto

Le primarie, le primarie! Adesso tutti ne parlano, anche e forse soprattutto nel centrodestra, indicandole come il modo per rilanciare il Pdl, la coalizione, la leadeship di Berlusconi, la forza dei candidati e quasi qualsiasi altra cosa.

Tutti tranne Cicchitto, per cui non è "adatto lo strumento delle primarie ad ottobre sulla leadership del centro-destra" perché "Berlusconi non ha un rivale" e "finirebbe col fare le primarie da solo o contro se stesso". Tutto quello che Berlusconi deve fare è "riproporre l'immagine di leader moderato-riformista, autoironico, capace di apertura con l'opposizione e anche con i magistrati", il che vorrebbe dire essenzialmente presentarsi sotto mentite spoglie.

Poi il colpo di genio: "Non condivido la sottovalutazione che è stata fatta dell'elezione di Angelino Alfano a segretario, operazione compiuta senza rotture". Il che sorprende, visto che la presunta elezione - termine usato vagamente a sproposito - è stata fatta da un solo elettore, Berlusconi, e che un ipotesi di rottura si sarebbe potuta verificare solo in caso di sdoppiamento della personalità del premier.

giovedì 9 giugno 2011

il solito, trito show di Berlusconi

Piccolo show berlusconiano di fine primavera oggi a palazzo Chigi.

Si comincia con qualcosa a metà tra la promessa e la minaccia, "Dovrete sopportarci fino al 2013, nonostante il forte appeal che ha la mia vita privata", anche se poi per cautelarsi aggiunge che "non credo ci sarà un voto di fiducia sulla verifica" parlamentare in programma a fine giugno.

Poi si passa a distribuire le colpe - sempre, ovviamente altrui - delle cose che non vanno, comprese le elezioni perse: "I cittadini ci riconoscono la nostra attività governativa. Non ce la riconoscono i media. Ma dagli ultimi focus risulta che il 50% dei motivi che hanno portato gli italiani a non votare è il disgusto per la classe politica, per la rappresentazione che ne danno i media".

Dopodiché, insulti per gli altri e lodi sperticate per sé: da un lato la "sinistra è divisa e non è degna di reggere il Paese", dall'altro "gli italiani dovrebbero farci un monumento, se sapessero quello che il governo ha fatto per loro".

Immancabile l'ottimismo. Sull'ipotesi di manovra correttiva da 40 miliardi spiega che non è "nulla di preoccupante, si tratta di provvedere alle misure concordate con l'Europa per portare il bilancio in pareggio" con una "manutenzione di 3 miliardi".

Gran finale con le promesse: "siamo d'accordo che produrremo la legge delega per la riforma del fisco prima della pausa estiva". Per prudenza, ha evitato di specificare a quale anno si riferisse.

Firenze contro Brasile

La liberazione e la mancata estradizione di Battisti da parte del Brasile hanno scatenato le reazioni della politica italiana, che in maniera quasi unanime ha condannato e contestato le decisioni della corte suprema brasiliana.

Invece di promuovere un'azione diplomatica seria, che possa avere la vaga speranza di portare a qualche risultato, la maggior parte di ministri, parlamentari e consiglieri vari ha preferito buttarla sulla polemica politica, dimostrando più interesse a strumentalizzare la vicenda che altro. Tra i tanti, si segnalano i propugnatori del boicottaggio, Castelli e Mussolini in testa. Idea che deve essere piaciuta molto ai consiglieri regionali toscani del PdL, Donzelli, Bartolomei e Mugnai.

"E' il momento che la Toscana rappresenti al Governo del Brasile tutto il suo sdegno", hanno tuonato i tre intrepidi. Che poi hanno aggiunto che "è il momento di un segnale forte che la Toscana deve inviare al Governo carioca. A questo punto tutto deve essere rimesso in discussione".

Ora, va tutto bene, anche usare l'aggettivo carioca (che si riferisce a Rio) per indicare tutto il Brasile, un po' come se uno parlasse di governo fiorentino per alludere a quello italiano. Ma le minacce dei tre moschettieri, con tutto il rispetto, avrebbero forse avuto un senso al tempo di Lorenzo De' Medici - se il Brasile fosse stato conosciuto all'epoca. Oggi, sempre forse, eh, fanno solo un po' sorridere.

l'italianizzato Borghezio

"Le dichiarazioni di Galan? Un cretino, un idiota totale, un padano italianizzato. Dice cosi' per motivi di bassa cucina politica". Con la consueta misura, il leghista Borghezio replica al ministro che ieri aveva definito lo spostamento dei ministeri al nord una "puttanata intercontinentale".

Colpisce che, nell'escalation di insulti sparati dal pletorico eurodeputato in cravatta verde, il massimo livello sia rappresentato dall'aggettivo "italianizzato". Chissà come si incazza Borghezio quando a Bruxelles o a Strasburgo definiscono lui addirittura un parlamentare italiano.

meglio o peggio degli altri?

"I dati evidenziano che stiamo uscendo da crisi meno bene degli altri paesi, siamo ancora a livello di produzione industriale - 17% rispetto ai picchi del 2008, la Germania per esempio e' a - 4%", secondo quanto affermato oggi dal presidente di Confindustria Marcegaglia.

Appena lo scorso 5 maggio, il presidente del Consiglio Berlusconi sosteneva che l'Italia starebbe "uscendo dalla crisi globale meglio di altri Paesi europei".

O la matematica è diventata un'opinione, o uno dei due mente, o non parlano dello stesso Paese.

mercoledì 8 giugno 2011

obiezione, Quagliariello!

"Se fosse vero che il pm che ha chiesto l'arresto di Nicola Cosentino si appresta a diventare assessore nella giunta De Magistris, nella città dove fino a ieri ha svolto le funzioni di magistrato inquirente, sarebbe un fatto di tale gravità che chiunque mancasse di stigmatizzarlo, tanto in sede politica quanto in sede istituzionale (ogni riferimento al Csm è puramente intenzionale), perderebbe ogni legittimazione a parlare d'ora in poi di autonomia e indipendenza della magistratura".

Personalissima rilettura dei diritti costituzionali ad opera di un senatore Quagliariello insolitamente in lotta con le subordinate.

In pratica, secondo il senatore, un magistrato che abbia lavorato come pm in una città non potrebbe assumere incarichi politici in quello stesso luogo - che magari proprio per il lavoro fatto conosce bene, soprattutto negli aspetti peggiori - perché altrimenti minerebbe l'indipendenza della magistratura.

Si potrebbe obiettare che indipendenza della magistratura non significa che i magistrati non possano avere opinioni politiche, ma che l'ordine debba essere indipendente dagli altri poteri dello Stato. Una cosa che perfino Quagliariello, prima o poi, dovrà accettare.

la corazzata di Calderoli

"La proposta di legge di iniziativa popolare della Lega per trasferire i ministeri al nord è tutto tranne che una cosa seria. Direi che è una puttanata intercontinentale".

A proporre la variazione sul tema della fantozziana cagata pazzesca, non è un beppegrillo qualsiasi, ma il veneto Galan, un signore che di mestiere fa il ministro e che nelle riunioni del governo siede a pochi metri di distanza dal collega Calderoli, proponente della puttanata di cui sopra.

Galan parla poi di "iniziativa propagandistica che non ha nessuna possibilità di essere attuata", e che in più è "sgradevole e inutile anche perché dà la sensazione che chi dovrebbe battersi per risparmiare nella spesa pubblica in realtà la dilata, chi dovrebbe contrarre la pubblica amministrazione in realtà la dilata".

Occorre aggiungere altro, se non che orami tutto il governo assomiglia sempre più alla famosa Corazzata?

martedì 7 giugno 2011

la lezioncina di Napoli (Osvaldo)

"I cittadini contrari all'abrogazione delle norme sottoposte a referendum hanno due possibilita' per affermare il loro punto di vista: impegnarsi in campagna a tappeto a sostegno delle loro tesi, oppure puntare al fallimento del referendum facendo mancare il quorum. I media, come al solito, hanno voluto cavalcare e distorcere alcune affermazioni fatte ieri dal Capo dello Stato per sostenere il 'dovere' morale di recarsi alle urne il 12 giugno. E' una tesi palesemente falsa, demagogica e figlia dell'idelogismo esasperato".

Piccola lezioncina di educazione civica offerta gratuitamente dall'on. Osvaldo Napoli. Il quale, così parlando, sarebbe bocciato in ogni classe di scuola media per palese dimenticanza dell'articolo 48 della Costituzione della Repubblica Italiana: "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico".

Dovere, Napoli.

riecco la Santanché!

"Dispiaciuta? Neanche per sogno". Dopo otto giorni di puro lutto postlettorale, torna a far sentire la sua voce, almeno a mezzo stampa, la sottosegretaria Santanché, e lo fa per commentare la risoluzione del rapporto tra la Rai e Santoro.

"Io non penso affatto che Santoro faccia vincere le elezioni. Credo che programmi alla Santoro ci facciano prendere un sacco di voti", aggiunge, facendo dunque sorgere il dubbio che senza Anno Zero Pisapia e De Magistris avrebbero addirittura potuto vincere al primo turno.

Finale di pura classe, in pieno stile-Santanché: "per me la trasmissione era orrenda". Dimentica forse che era ospite di Santoro una settimana sì e una pure. Immaginiamoci se la trasmissione le fosse anche piaciuta...

Calderoli il giapponese

L'ultimo giapponese Calderoli continua la sua battaglia per portare i ministeri (a cominciare dal suo, momentaneamente suo) a Milano. E oggi ha presentato in Cassazione la richiesta di una proposta di legge di iniziativa popolare.

"Si tratta di una richiesta di proposta di legge di iniziativa popolare che riguarda la territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali", ha spiegato ineffabile.

Ora, fermo restando che non si capisce quale sarebbe l'utilità dell'operazione, a parte rosicchiare qualche clientela, non si capisce soprattutto perché un Ministro della Repubblica, tra i massimi dirigenti di un partito con decine di parlamentari, debba ricorrere all'inziativa popolare.

Forse a Calderoli qualcuno dovrebbe ricordare un paio di cose: che gli uffici territoriali del governo già esistono, si chiamano Prefetture; e che la campagna elettorale è finita.

lunedì 6 giugno 2011

il moderato Alfano

"Il nostro lavoro consiste nel rafforzare il PdL ed è chiaro che l'orizzonte è quello di una unificazione dei moderati. Lavoreremo  per far sì che il fronte dei moderati italiani possa compattarsi". Il già ministro Alfano esordisce nel ruolo di segretario politico del PdL con una pensosa intervista alla Padania.

Nell'evidente, ammirevole sforzo di rabbonire la base leghista, ed evitare che la dirigenza del partito decida di sganciarsi dal PdL, Alfano arriva anche a citare un episodio di qualche settimana fa, che a suo giudizio dovrebbe essere decisivo, ricordando che "sin dal primo grande ballottaggio della storia politica nazionale, quello del 1948 tra De Gasperi e Togliatti, il fronte moderato alternativo alla sinistra è sempre risultato prevalente".

Ora, al di là del fatto che forse dal '48 un po' di acqua è passata sotto i ponti, fa sorridere che la moderazione sia posta a terreno comune tra il partito di Berlusconi e quello di Bossi, due che della moderazione hanno storicamente fatto una bandiera solo a parole. E neanche tanto spesso.

mercoledì 1 giugno 2011

lo scaricabarile del Pdl

"Silvio Berlusconi dovrebbe fare un passo indietro. Il presidente del Consiglio dovrebbe avviare un'attenta riflessione sul suo ruolo per capire cosa è meglio per il Paese".

A parlare così non è una rosybindi qualsiasi, l'ultima (in ordine di tempo) presa di distanza dall'ex invincibile re mida porta invece la firma del suo candidato-sconfitto a Napoli, Gianni Lettieri. Il quale, già che c'è, tra un congiuntivo mancato e l'altro prova anche a scrollarsi un po' di polvere e di responsabilità di dosso.

"E' indiscutibile che a Napoli hanno colpito me per far del male a lui", spiega, affermando in sostanza che con quel signore ingombrante chiunque avrebbe perso.

Al gioco dello scaricabarile si iscrive rapido anche Nicola "'o 'mericano" Cosentino, fino a ieri universalmente riconosciuto come padre putativo del mancato sindaco: "Lettieri non è assolutamente una mia creatura, l'ho pure subito. Non ci penso proprio a dimettermi". Per la serie, la vittoria ha tanti padri, ma la sconfitta è sempre orfana.