il blog di lucio fava del piano







lunedì 21 marzo 2011

il ministro della guerra

Prima vennero le foto con la divisa della Folgore e di altri corpi dell'esercito, o con il basco dei paracadutisti. Poi è stata la volta del volantinaggio dall'elicottero sull'Afghanistan, occasione in cui egli stesso si è paragonato a D'Annunzio.

Infine, nelle ultime settimane, il crescendo di interventismo nei confronti della Libia, partendo dalle ipotesi ("Abbiamo forte capacità di neutralizzare radar di ipotetici avversari, e su questo potrebbe esserci una nostra iniziativa: possiamo intervenire in ogni modo"), passando per le mezze ammissioni ("L'ambasciata italiana in Libia è stata chiusa per avere le mani libere"), insistendo per avere a Napoli il centro di coordinamento delle operazioni, e giungendo fino alle esibizioni muscolari ("I nostri aerei sono pronti a operare in 15 minuti").

Insomma, appena sente odore di bombe, il ministro La Russa si eccita visibilmente. Fortuna che ci ha pensato quel vecchio saggio di Calderoli, uno che tra infiniti difetti ha almeno la tendenza a chiamare le cose con i loro nomi, a ricordargli che il suo ruolo è quello di ministro della Difesa, non della Guerra.

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