il blog di lucio fava del piano







domenica 3 aprile 2011

Angelino di piazza e di governo

Sulla riforma della giustizia "oltre che in Parlamento, ci batteremo nelle piazze". Non sono militanti del Pdl in libera uscita dopo un cicchetto di troppo, ad affermarlo è nientepopodimenoche Angelino Alfano, ministro della Giustizia, volto giovane e umano e dialogante del berlusconismo, nonché ultimo (in ordine di tempo) successore designato del gran capo, una lista di presunti eredi che finora di eredità ne ha viste ben poche.

In genere i governi che fanno affidamento alla piazza hanno qualche lieve tendenza dittatoriale, viene in mente l'ultimo Gheddafi che chiama a raccolta i suoi sostenitori. Ma con questo governo italiano da operetta c'è poco da pensare a colpi di mano autoritari, al massimo ci si può sconfortare di come la nostra nazione sia guidata semplicemente da un branco di analfabeti della democrazia.

E a poco serve provi a correggere il tiro, anzi si indigni per la presunta strumentalizzazione delle sue parole: "Mi riferisco alle piazze televisive. Vogliamo spiegare la riforma e rendere l'opinione pubblica consapevole della sfida che abbiamo davanti". Scusi, signor ministro, quale sarebbe esattamente la sfida? E chi deve affrontarla, noi o solo pochi di voi?

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