I genitori di oggi possono scegliere "quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblicano inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia". Con questa sconvolgente novità, Silvio Berlusconi si è rivolto all'associazione nazionale delle mamme.
Quindi, secondo il presidente del consiglio, uno cioè che dovrebbe rappresentare l'intera nazione, la scuola pubblica fa schifo, non solo perché è partigiana, ma perché addirittura inculca - verbo già usato da Berlusconi e che rimanda direttamente alla sua concezione di qualunque forma di comunicazione come indottrinamento e condizionamento - valori diversi da quelli delle famiglie.
Ci si aspetterebbe come minimo che il ministro dell'Istruzione si dimettesse all'istante, rifiutando anche solo di rivolgere la parola a Berlusconi per il resto della vita. Ma non può.
Non può perché fa parte di quelle donne "più brave, più puntuali, più precise e più responsabili" - Berlusconi dixit - che il premier ha voluto "nel nostro governo". Come è buono lui, vero? Come è lungimirante. Peccato nessuno abbia avuto il puntiglio di fargli notare che il governo e il Parlamento italiano hanno la percentuale di donne più bassa dell'occidente, e che le ministre italiane reggono quasi tutte dicasteri senza portafoglio.
Resta la speranza negli insegnanti, in quegli insegnanti che inculcano valori diversi da quelli delle famiglie (tutte?). Senza andare troppo in là, provino almeno a spiegare al premier che cos'è la scuola, soprattutto che la scuola pubblica è non è una scuola di parte, ma è la scuola di tutti.
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