Al telefono con Barack Obama, Berlusconi ha annunciato ieri sera che l'Italia parteciperà ai bombardamenti nato sulla Libia. Pochi minuti più tardi il ministro Calderoli ha fatto sapere che di "bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l'avranno mai". Immediatamente il ministro della guerra La Russa ha provato a rassicurare tutti, "'Non saranno bombardamenti indiscriminati ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici".
Sono poi intervenuti il viceministro leghista castelli, che ha sbandierato il no di tutto il suo partito, e Frattini, che sarebbe ministro degli Esteri, il quale prima ha spiegato che i bombardamenti sono stati decisi a seguito delle richieste degli insorti libici, e poi ci ha informato che un nuovo voto parlamentare non serve (e quindi i leghisti si attacchino al tram).
E' chiaro che si potrebbe stare giorni a parlare delle differenze di visione nel governo, dal premier che cerca di riguadagnare consensi presso le cancellerie internazionali, alla Lega in campagna elettorale, fino all'odore di bombe che eccita La Russa.
Resta da ricordare che poco più di un mese fa, all'inizio delle operazioni militari sui cieli della Libia, Berlusconi avesse "promesso" a Bossi che l'Italia non avrebbe bombardato. Certo, il premier ci ha abituati da anni a promesse e giuramenti non mantenuti, però...
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