"Con Tangentopoli ai magistrati non furono affidati solo i processi contro i corrotti; fu affidata la lotta contro la corruzione. È stata la politica che ha delegato ai magistrati funzioni che invece erano proprie" Motivo per cui "le nostre classi dirigenti, gli intellettuali, dovrebbero iniziare a sentire la responsabilità di mettere fine a una deriva che può diventare pericolosa per la democrazia".
Che ci si creda o no, a parlare non è un Cicchitto qualsiasi, ma nientepopodimeno che Luciano Violante, già magistrato, già presidente della Camera con i Ds, oggi non più parlamentare e dunque dedito a tempo pieno al suo ruolo di guastatore interno e bastian contrario nelle fila del Pd.
A Violante verrebbe voglia di ricordare che durante Tangentopoli non risulta che la politica abbia delegato alcunché alla magistratura, anzi abbia tentato di difendersi da quella. E verrebbe anche voglia di chiedere quale sia la differenza tra lotta ai corrotti e lotta alla corruzione, essendo apparentemente la seconda il perseguimento dei primi. Verrebbe anche voglia di domandare quali sarebbero secondo lui le funzioni proprie dei magistrati, visto che la lotta alla criminalità (di cui la corruzione è una tipologia) non compete loro, e in che modo abbia intenzione di mettere fine alla presunta deriva.
Soprattutto, verrebbe molta voglia di sapere da Violante dove fosse lui quando tutte queste cose accadevano, se non facesse per caso parte proprio di quella presunta politica delegante, e infine perché abbia impiegato quasi 20 anni per rendersi conto di certe cose e parlarne.
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