"Se qualcuno la pensa diversamente, ospiti i clandestini a casa sua". Con l'abituale eleganza, senza trascurare un qual certo senso della misura, il ministro Calderoli detta la linea sui migranti in arrivo in Italia, sospeso come suo solito tra lo sprezzo delle istituzioni e lo sprezzo del ridicolo.
Certo, la campagna elettorale per le amministrative è ormai aperta a tutti gli effetti, e una tendopoli con un migliaio di persone in Lombardia potrebbe fare ai cosiddetti padani parecchi danni, ma anche dagli esponenti del Carroccio ci si potrebbe aspettare ogni tanto qualche parola non dico di buon senso, ma almeno sensata.
Controprova? Zaia, governatore del Veneto con palesi aspirazioni verso la Farnesina: "La Tunisia deve assolutamente prendersi l'impegno di fermare i clandestini, altrimenti dobbiamo rompere tutti i rapporti diplomatici". L'eurodeputato, con tendenze storico-sociologiche, Salvini: "Non condivido equiparare gli italiani che lasciarono il loro paese agli inizi del '900 con gli attuali emigranti tunisini, le persone della Lombardia, del Piemonte e del Veneto che conosco io sono andate in giro per il mondo con altri obiettivi".
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