"I milanesi non daranno la città in mano agli estremisti di sinistra. La Lega si impegnerà, non la lasciamo ad un matto che vuole riempirla di moschee e di zingari".
Così, tra un passaggio in Transatlantico e una boccata di sigaro, misurato e parco come da sua abitudine, Bossi chiarisce la linea in vista del ballottaggio a Milano. Dimentica terroni e froci, ma magari se li è conservati per la prossima dichiarazione, per i prossimi flash di agenzia.
Si resta in attesa che le prime buone intenzioni post-voto, abbandonare i toni estremi e fare una campagna per il ballottaggio parlando delle presunte tante cose buone fatte dalla Moratti negli ultimi cinque anni, trovino applicazione nei fatti. Per ora non sembra così, e il tempo stringe.
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