il blog di lucio fava del piano







lunedì 23 maggio 2011

i ministeri a Milano, che bella pensata

Dunque, da circa 48 il principale argomento di discussione politica in Italia è l'eventualità di spostare un paio di ministeri a Milano. Non è uno scherzo, è proprio così, tutti i politici si stanno misurando su questo argomento, che tra parentesi deflagra non casualmente a pochi giorni dalla scelta definitiva per il nuovo sindaco della città.

Ha iniziato Bossi sabato, "dobbiamo portare i ministeri a Milano e penso ne arriveranno due" (casualmente quelli al momento retti da lui e da Calderoli), poi di fronte al coro di critiche, pernacchie e invettive provenienti da ogni dove, oggi è tornato sull'argomento in maniera, a suo giudizio, definitiva: "Berlusconi a noi a detto di sì, parola data non torna indietro".

E Berlusconi, invece di rispondere a tono, tipo "ci hai creduto, faccia di velluto", si è prodotto in una surreale arrampicata sugli specchi, "Ci sono già a Milano dipartimenti delle opere pubbliche e del provveditorato scolastico, penso che non ci sia nessuna difficoltà a che alcuni ministeri possano venire a Napoli e in altre città anche del sud, e che potranno essere in grado di lavorare conoscendo da vicino le situazioni". Cioè, ha reinventato i provveditorati, per altro dopo aver detto che esistono già. Quando si dice l'innovazione!

Al di là di questo, e tralasciando gli infiniti commenti sull'argomento, manca alla discussione un piccolo dettaglio, quale sia mai la ragione, una ragione buona per tutti, sia ben chiaro, che giustificherebbe una scelta di questo genere.

Ma anche su questo oggi Bossi qualcosa si è lasciato scappare: "I ministeri creano posti di lavoro". Ah, ecco... Ma quando finisce questa campagna elettorale?

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