"In Gran Bretagna in questi giorni un giro di intercettazioni illecite messo in piedi da un organo di stampa privato sta scuotendo i vertici dello Stato. Nel nostro Paese accade qualcosa di più grave, perché nel caso Ruby è stata la stessa autorità giudiziaria di Milano, peraltro priva di competenza territoriale e funzionale, a compiere un monitoraggio sistematico dell'abitazione e delle conversazioni del presidente del Consiglio attraverso intercettazioni indirette e una massiccia acquisizione di tabulati telefonici, il tutto in violazione della legge, della Costituzione e di una consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale".
In un colpo solo Quagliariello si sostituisce a giudici, Cassazione e Consulta, si fa esperto di giurisprudenza e di politica internazionale, decide cosa è lecito e cosa non lo è. Dimenticando qualche dettaglio, tipo che le intercettazioni a Milano sono state richieste da un magistrato e autorizzate da un giudice terzo e servivano a dimostrare ipotesi di reato, al punto tale che su quella base è stato disposto un processo.
Il paragone con l'Inghilterra c'entra come i cavoli a merenda. Lì non era la magistratura ad agire, ma un giornale che cercava di creare scandali con intercettazioni illegali. L'unico paragone che regge in Italia è quello con Il Giornale, che non a caso è finito sotto processo per le intercettazioni Fassino-Consorte.
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