il blog di lucio fava del piano







martedì 10 maggio 2011

all'improvviso, Bondi

"Dobbiamo essere tutti consapevoli che la riforma della giustizia che noi proponiamo è una riforma in nome della Costituzione, in nome del Parlamento, in nome della nostra antica civiltà giuridica".

Riemerso dal dimenticatoio dei depressi, Sandro Bondi si lancia in un'accorata difesa della sedicente riforma della giustizia proposta dal centrodestra. E seppure i toni siano quelli aulici che ben si confanno a un ex ministro della Cultura, Bondi trascura il dettaglio che le riforme non si fanno in nome di questo o di quello, ma nel rispetto della Costituzione, che non va stravolta, del Parlamento, che deve poterle discutere liberamente, e dell'antica civiltà giuridica, che pone la separazione dei poteri a fondamento della democrazia.

Non pago, Bondi si lascia andare anche ad apprezzamenti sulla "forza e la tempra morale di Berlusconi nel resistere" alla presunta persecuzione giudiziaria di cui i suoi cantori lo dipingono vittima.

Proprio vero: ci vuole una grande tempra morale per definire i magistrati che ti indagano "disturbati mentali, "cancro da estirpare" e via complimentando. Figuriamoci cosa direbbe Berlusconi se fosse privo di cotanta tempra.

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