il blog di lucio fava del piano







lunedì 18 luglio 2011

la corte di Quagliariello

"In Gran Bretagna in questi giorni un giro di intercettazioni illecite messo in piedi da un organo di stampa privato sta scuotendo i vertici dello Stato. Nel nostro Paese accade qualcosa di più grave, perché nel caso Ruby è stata la stessa autorità giudiziaria di Milano, peraltro priva di competenza territoriale e funzionale, a compiere un monitoraggio sistematico dell'abitazione e delle conversazioni del presidente del Consiglio attraverso intercettazioni indirette e una massiccia acquisizione di tabulati telefonici, il tutto in violazione della legge, della Costituzione e di una consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale".

In un colpo solo Quagliariello si sostituisce a giudici, Cassazione e Consulta, si fa esperto di giurisprudenza e di politica internazionale, decide cosa è lecito e cosa non lo è. Dimenticando qualche dettaglio, tipo che le intercettazioni a Milano sono state richieste da un magistrato e autorizzate da un giudice terzo e servivano a dimostrare ipotesi di reato, al punto tale che su quella base è stato disposto un processo.

Il paragone con l'Inghilterra c'entra come i cavoli a merenda. Lì non era la magistratura ad agire, ma un giornale che cercava di creare scandali con intercettazioni illegali. L'unico paragone che regge in Italia è quello con Il Giornale, che non a caso è finito sotto processo per le intercettazioni Fassino-Consorte.

Nessun commento:

Posta un commento