"Tra Casini che a sorpresa benedice le tangenti del Pd e il coro delle opposizioni che chiedono perentoriamente le dimissioni di un governo che ha una solida maggioranza sia al Senato che alla Camera, c'è davvero da domandarsi se in Italia sinistra e alleati abbiano capito davvero come funziona la democrazia".
Per una volta che non annuncia dimissioni o se la prende con i gay, il sottosegretario Giovanardi fa quasi rimpiangere quel genere di esternazioni, indossando la tenuta di ballerino del Titanic o la divisa da ultimo giapponese, ancora convinto di una presunta solidità del governo e cieco di fronte alla realtà dei fatti.
Con contorno di scivolone democratico, visto che secondo lui "Tra 21 mesi al massimo, forse anche prima se la maggioranza lo deciderà, il popolo italiano sarà chiamato alle urne per decidere da chi vuole essere governato". Peccato che le Camere siano sciolte dal Presidente, e non dalla maggioranza, e che gli elettori scelgano - per modo di dire - i parlamentari e non i governanti...
il blog di lucio fava del piano
domenica 31 luglio 2011
venerdì 29 luglio 2011
bar sport Lega
"La sceneggiata di ieri di De Laurentis è una cosa incivile, non dovrebbe toccare più un campo di calcio. Cosa scommettiamo che adesso faranno vincere lo scudetto al Napoli? In più dovrebbe pagare la multa per essere salito sul motorino senza casco, spero che la polizia locale milanese faccia il suo dovere, visto che il Comune di Milano è anche senza soldi: a Napoli si usa, ma a Milano gli ricordo che sarebbe vietato. Io comunque penso che qualcuno abbia interesse a far vincere lo scudetto al Napoli".
Tra pseudo-ministeri al Nord, beghe di governo, crisi economica e crisi della politica, l'eurodeputato leghista Matteo Salvini trova anche il tempo di occuparsi di calcio, del Napoli e del suo presidente De Laurentiis. E lo fa con il solito miscuglio sgraziato di razzismo spicciolo, vittimismo settentrionale e scarsa conoscenza delle norme (la multa, al limite, dovrebbe pagarla il conducente dello scooter, non il passeggero).
Detto questo - e ammesso senza riserve il mio tifo per il Napoli - sarei molto contento se Salvini si dedicasse solo a commentare le vicende calcistiche, è lì che i suoi ragionamenti da bar sport trovano la loro sede naturale.
Tra pseudo-ministeri al Nord, beghe di governo, crisi economica e crisi della politica, l'eurodeputato leghista Matteo Salvini trova anche il tempo di occuparsi di calcio, del Napoli e del suo presidente De Laurentiis. E lo fa con il solito miscuglio sgraziato di razzismo spicciolo, vittimismo settentrionale e scarsa conoscenza delle norme (la multa, al limite, dovrebbe pagarla il conducente dello scooter, non il passeggero).
Detto questo - e ammesso senza riserve il mio tifo per il Napoli - sarei molto contento se Salvini si dedicasse solo a commentare le vicende calcistiche, è lì che i suoi ragionamenti da bar sport trovano la loro sede naturale.
giovedì 28 luglio 2011
stanze vuote e parole vuote
"Napolitano non si preoccupi, le sedi restano lì". Nella laconica risposta di Bossi - il vecchio leader lùmbard ormai non esprime concetti più lunghi di dieci parole - a Napolitano c'è il solito nulla delle ringhiate padane.
In aggiunta, manca una vocale: non le "sedi", ma le "sedie" è tutto quello che può restare a Monza. Anche perché, in mancanza di qualsiasi atto normativo, come fatto rilevare dal presidente in una lettera di inusuale durezza, quelle non sono sedi ministeriali, ma stanze con una targa fuori. E pure vuote.
In aggiunta, manca una vocale: non le "sedi", ma le "sedie" è tutto quello che può restare a Monza. Anche perché, in mancanza di qualsiasi atto normativo, come fatto rilevare dal presidente in una lettera di inusuale durezza, quelle non sono sedi ministeriali, ma stanze con una targa fuori. E pure vuote.
mercoledì 27 luglio 2011
Salvini non capisce
"Se Napolitano è preoccupato perché apriamo tre uffici a Monza, allora quando l'Italia diventerà una repubblica federale cosa farà? Si frusterà sulla pubblica piazza? Francamente non lo capisco".
C'è un'altra cosa che il leghista Salvini non capisce e che evidentemente non vuole capire: che l'apertura di due stanzette alla Villa reale di Monza con la targa "Ministero" non è una tappa del processo federalista. E' una buffonata, e pure squallida.
C'è un'altra cosa che il leghista Salvini non capisce e che evidentemente non vuole capire: che l'apertura di due stanzette alla Villa reale di Monza con la targa "Ministero" non è una tappa del processo federalista. E' una buffonata, e pure squallida.
martedì 26 luglio 2011
aiutare Borghezio
"Il 100% delle idee di Breivik sono (sigh! n.d.r.) buone, in qualche caso ottime. E' per colpa dell'invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza. Le posizioni di breivik collimano con quelle dei movimenti che in Europa oramai ovunque vincono le elezioni".
Io spero ardentemente che queste dichiarazioni di Borghezio siano solo lo sproloquio di un individuo che ha perso il controllo e il contatto con la realtà. Lo spero sinceramente, perché se così fosse un bravo specialista potrebbe aiutare l'eurodeputato leghista a rientrare nei ranghi degli umani.
Lo spero davvero, perché se così non fosse, significherebbe essere di fronte all'ennesima provocazione gratis, record mondiale di stupidità, sciacallaggio, miseria, cattivo gusto, volgarità e abiezione. E tutto questo per che cosa? Per raccattare un titolino di giornale a fondo pagina e qualche voto di disadattati razzisti? Ma vaffanculo...
Io spero ardentemente che queste dichiarazioni di Borghezio siano solo lo sproloquio di un individuo che ha perso il controllo e il contatto con la realtà. Lo spero sinceramente, perché se così fosse un bravo specialista potrebbe aiutare l'eurodeputato leghista a rientrare nei ranghi degli umani.
Lo spero davvero, perché se così non fosse, significherebbe essere di fronte all'ennesima provocazione gratis, record mondiale di stupidità, sciacallaggio, miseria, cattivo gusto, volgarità e abiezione. E tutto questo per che cosa? Per raccattare un titolino di giornale a fondo pagina e qualche voto di disadattati razzisti? Ma vaffanculo...
lunedì 18 luglio 2011
la corte di Quagliariello
"In Gran Bretagna in questi giorni un giro di intercettazioni illecite messo in piedi da un organo di stampa privato sta scuotendo i vertici dello Stato. Nel nostro Paese accade qualcosa di più grave, perché nel caso Ruby è stata la stessa autorità giudiziaria di Milano, peraltro priva di competenza territoriale e funzionale, a compiere un monitoraggio sistematico dell'abitazione e delle conversazioni del presidente del Consiglio attraverso intercettazioni indirette e una massiccia acquisizione di tabulati telefonici, il tutto in violazione della legge, della Costituzione e di una consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale".
In un colpo solo Quagliariello si sostituisce a giudici, Cassazione e Consulta, si fa esperto di giurisprudenza e di politica internazionale, decide cosa è lecito e cosa non lo è. Dimenticando qualche dettaglio, tipo che le intercettazioni a Milano sono state richieste da un magistrato e autorizzate da un giudice terzo e servivano a dimostrare ipotesi di reato, al punto tale che su quella base è stato disposto un processo.
Il paragone con l'Inghilterra c'entra come i cavoli a merenda. Lì non era la magistratura ad agire, ma un giornale che cercava di creare scandali con intercettazioni illegali. L'unico paragone che regge in Italia è quello con Il Giornale, che non a caso è finito sotto processo per le intercettazioni Fassino-Consorte.
In un colpo solo Quagliariello si sostituisce a giudici, Cassazione e Consulta, si fa esperto di giurisprudenza e di politica internazionale, decide cosa è lecito e cosa non lo è. Dimenticando qualche dettaglio, tipo che le intercettazioni a Milano sono state richieste da un magistrato e autorizzate da un giudice terzo e servivano a dimostrare ipotesi di reato, al punto tale che su quella base è stato disposto un processo.
Il paragone con l'Inghilterra c'entra come i cavoli a merenda. Lì non era la magistratura ad agire, ma un giornale che cercava di creare scandali con intercettazioni illegali. L'unico paragone che regge in Italia è quello con Il Giornale, che non a caso è finito sotto processo per le intercettazioni Fassino-Consorte.
le solite dimissioni di Giovanardi
"C'è un problema, anzi il problema, delle politiche familiari nel Paese. Governo, Udc, lega, tutti sono a favore delle politiche familiari. Poi in Parlamento spuntano priorità diverse: le opere, lo spettacolo, le infrastrutture, le forze di polizia, le pensioni, la sanità, e quello che dovrebbe essere la priorità scivola sempre verso il fondo. Io sono pronto a riconsegnare le deleghe sulla famiglia al presidente del Consiglio".
Questo è un Giovanardi fresco fresco di giornata. Lo scorso 15 marzo, lo stesso sottosegretario alla famiglia aveva detto: "A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega".
Sono passati 4 mesi e 3 giorni, la situazione è sempre la stessa, se non peggiorata, e Giovanardi è ancora lì, attaccato alla sua poltroncina.
Questo è un Giovanardi fresco fresco di giornata. Lo scorso 15 marzo, lo stesso sottosegretario alla famiglia aveva detto: "A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega".
Sono passati 4 mesi e 3 giorni, la situazione è sempre la stessa, se non peggiorata, e Giovanardi è ancora lì, attaccato alla sua poltroncina.
domenica 17 luglio 2011
gli argomenti
"Niente manette per Alfonso Papa senza processo. Se Papa ha commesso dei reati paghi, ma non va bene mettergli le manette prima, quando ancora non sappiamo se quello che ha fatto è da galera o no".
Questo è il Bossi di sabato sera. Lo stesso Bossi, non un parente, proprio lo stesso, che poco più di 24 ore prima affermava categorico che Papa doveva "andare in galera".
Nel mezzo, un volo faccia a faccia da Roma a Milano con Berlusconi. Un uomo che, seppur molto raramente, riesce ancora a trovare argomenti per essere convincente. Anche se non sappiamo quali.
Questo è il Bossi di sabato sera. Lo stesso Bossi, non un parente, proprio lo stesso, che poco più di 24 ore prima affermava categorico che Papa doveva "andare in galera".
Nel mezzo, un volo faccia a faccia da Roma a Milano con Berlusconi. Un uomo che, seppur molto raramente, riesce ancora a trovare argomenti per essere convincente. Anche se non sappiamo quali.
venerdì 15 luglio 2011
Berlusconi, più uguale degli altri
"Non si vota sì a una richiesta di arresto preventivo. E' assurdo permettere l'arresto di un deputato in via preventiva". Non è un virgolettato vero e proprio, ma lo avrebbe detto Berlusconi in aula alla Camera, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa.
Se quanto riportato è fedele, la frase può significare due cose: o che Berlusconi è contrario alla carcerazione preventiva tout court, con buona pace dei rischi di fuga, inquinamento delle prove e reiterazione del reato, o che, parafrasando Orwell, i cittadini sono uguali, ma i deputati sono cittadini più uguali degli altri.
Se quanto riportato è fedele, la frase può significare due cose: o che Berlusconi è contrario alla carcerazione preventiva tout court, con buona pace dei rischi di fuga, inquinamento delle prove e reiterazione del reato, o che, parafrasando Orwell, i cittadini sono uguali, ma i deputati sono cittadini più uguali degli altri.
proposta respinta
"E' stata una pagina nera della democrazia parlamentare. Io ho formulato una documentata e regolare proposta per dire che non si sarebbe potuto concludere il lavoro in giunta, ma sarebbe stato meglio demandare all'Aula la soluzione della vicenda, a causa della nuova documentazione di 15mila pagine depositata due giorni fa da Papa".
Un indispettito Francesco Paolo Sisto, deputato Pdl, commenta così il voto della Giunta per le autorizzazioni della Camera, che ha detto sì all'arresto di Alfonso Papa, anch'egli deputato piddiellino.
Al di là del fatto che la democrazia parlamentare sta ascrivendo molte pagine nere con le diverse inchieste e richieste di misure cautelari per deputati vari, Sisto farebbe bene a fare attenzione a un termine che lui stesso ha usato: proposta. Un termine che, per quanto accompagnato da aggettivi come documentata e regolare, non costituisce legge, ma lascia sempre due possibilità, che si approvata o che sia respinta. Come in questo caso.
Un indispettito Francesco Paolo Sisto, deputato Pdl, commenta così il voto della Giunta per le autorizzazioni della Camera, che ha detto sì all'arresto di Alfonso Papa, anch'egli deputato piddiellino.
Al di là del fatto che la democrazia parlamentare sta ascrivendo molte pagine nere con le diverse inchieste e richieste di misure cautelari per deputati vari, Sisto farebbe bene a fare attenzione a un termine che lui stesso ha usato: proposta. Un termine che, per quanto accompagnato da aggettivi come documentata e regolare, non costituisce legge, ma lascia sempre due possibilità, che si approvata o che sia respinta. Come in questo caso.
giovedì 14 luglio 2011
questione di punti di vista
"Mentre l'opposizione ha dato prova di responsabilità consentendo una rapida approvazione della manovra, è del tutto destituita di fondamento la posizione secondo la quale una volta approvato il decreto il governo si dovrebbe dimettere".
Probabilmente dopo aver dettato questa nota l'onorevole Cicchitto si è guardato allo specchio e si è compiaciuto della sua logica: quando appoggia il governo l'opposizione è brava, quando lo critica e lo invita alle dimissioni assume una posizione "destituita di fondamento".
Certamente Cicchitto non si cura di certe cose, ma magari qualcuno potrebbe obiettare che proprio la necessità del concorso dell'opposizione nella rapida approvazione della manovra dimostra come il governo da solo non si tenga più in piedi. Questione di punti di vista.
Probabilmente dopo aver dettato questa nota l'onorevole Cicchitto si è guardato allo specchio e si è compiaciuto della sua logica: quando appoggia il governo l'opposizione è brava, quando lo critica e lo invita alle dimissioni assume una posizione "destituita di fondamento".
Certamente Cicchitto non si cura di certe cose, ma magari qualcuno potrebbe obiettare che proprio la necessità del concorso dell'opposizione nella rapida approvazione della manovra dimostra come il governo da solo non si tenga più in piedi. Questione di punti di vista.
mercoledì 13 luglio 2011
confessioni di un ingenuo
Vedo un lancio di agenzia, e ci ritrovo Marina Berlusconi che parla della "malattia di un Paese che vive ormai da troppo tempo ostaggio di una minoranza che avvelena l'ambiente e intossica la vita di tutti noi".
Ingenuamente mi chiedo se non si tratti, per caso, di una tardiva autocritica. Ovviamente no.
Ingenuamente mi chiedo se non si tratti, per caso, di una tardiva autocritica. Ovviamente no.
paura e delirio a Borghezioland
"Questo spostamento dei ministeri al nord è un bel vaffanculo a Roma, senza voler offendere il sindaco Gianni Alemanno che invece se l'è pigliata in quel posto. Per me stiamo assistendo a un bel secessionismo alla vasellina, dove piano piano stiamo procedendo verso il nostro obiettivo, cioè l'indipendenza del nord".
Al solito permeato di classe, educazione e buoni sentimenti, un Borghezio in sospetto delirio alcolico recita ancora una volta la sua parte di maaschera regionale buffa per l'ennesimo carnevale fuori stagione.
La cosa che lascia stupiti è che tanto trionfalismo sia dedicato alla sedicente e annunciata apertura al nord, su iniziativa unilaterale della Lega, di tre sedi ministeriali. Che alla prova dei fatti non avranno alcun valore reale e non saranno più che tre stanzette in un condominio in provincia di Varese, se tutto va bene. Forse un po' poco come dimostrazione di una Lega trionfante, cui ormai non credono più neanche i suoi elettori.
Al solito permeato di classe, educazione e buoni sentimenti, un Borghezio in sospetto delirio alcolico recita ancora una volta la sua parte di maaschera regionale buffa per l'ennesimo carnevale fuori stagione.
La cosa che lascia stupiti è che tanto trionfalismo sia dedicato alla sedicente e annunciata apertura al nord, su iniziativa unilaterale della Lega, di tre sedi ministeriali. Che alla prova dei fatti non avranno alcun valore reale e non saranno più che tre stanzette in un condominio in provincia di Varese, se tutto va bene. Forse un po' poco come dimostrazione di una Lega trionfante, cui ormai non credono più neanche i suoi elettori.
lunedì 11 luglio 2011
le priorità di Alemanno
"Credo che sia assolutamente necessario approvare una legge che dichiari finalmente che la prostituzione in strada è un reato. Solo le ordinanze non bastano. Non basta fare una multa a una prostituta o a un cliente. Bisogna fare di più. Bisogna mettere le forze dell'ordine in condizione, quando intervengono, di essere veramente".
A Roma i problemi non mancano, ultimamente si è anche tornati a sparare per strada con una certa frequenza, ma per il sindaco Alemanno il problema sono le prostitute su via Salaria. D'altronde, si sa, la vita è fatta di priorità.
Prostitute che sono effettivamente un problema, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di ragazze, anche giovanissime, schiavizzate da organizzazioni criminali. Ma il sindaco aspirante sceriffo vede solo il problema di decoro, e pensa di poter risolvere tutto in termini di ordine pubblico.
Quindi, prostitute in galera, tribunali intasati e organizzazioni libere di continuare a gestire i loro business, in case, alberghi, motel e quant'altro. Quando si dice la lungimiranza.
A Roma i problemi non mancano, ultimamente si è anche tornati a sparare per strada con una certa frequenza, ma per il sindaco Alemanno il problema sono le prostitute su via Salaria. D'altronde, si sa, la vita è fatta di priorità.
Prostitute che sono effettivamente un problema, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di ragazze, anche giovanissime, schiavizzate da organizzazioni criminali. Ma il sindaco aspirante sceriffo vede solo il problema di decoro, e pensa di poter risolvere tutto in termini di ordine pubblico.
Quindi, prostitute in galera, tribunali intasati e organizzazioni libere di continuare a gestire i loro business, in case, alberghi, motel e quant'altro. Quando si dice la lungimiranza.
la prima volta di Formigoni
Per Formigoni, il risarcimento che Fininvest dovrà pagare alla Cir è "una cifra così enorme che rischia di mettere a repentaglio i bilanci di un'azienda. Non era mai successo prima nella storia d'Italia".
Se è per questo, non era neanche mai successo prima che un'azienda di quelle dimensioni passasse da un proprietario a un'altro grazie alla corruzione di u n giudice. E le cose che non erano mai successe prima che Berlusconi si affacciasse alla scena pubblica sono tante altre.
In ogni caso, si tranquillizzi Formigoni, anche pagando quella cifra la solidità dell'azienda non è a rischio. Sempre che i bilanci siano siano veri.
Se è per questo, non era neanche mai successo prima che un'azienda di quelle dimensioni passasse da un proprietario a un'altro grazie alla corruzione di u n giudice. E le cose che non erano mai successe prima che Berlusconi si affacciasse alla scena pubblica sono tante altre.
In ogni caso, si tranquillizzi Formigoni, anche pagando quella cifra la solidità dell'azienda non è a rischio. Sempre che i bilanci siano siano veri.
sabato 9 luglio 2011
l'omonimia di Ghedini
"La Cassazione non potrà che annullare questa incredibile sentenza. La Corte d'Appello di Milano ha emesso una sentenza contro ogni logica processuale e fattuale , addirittura ampiamente al di là delle stesse risultanze contabili che erano già di per sé erronee in eccesso, e addirittura superiore al valore reale della quota Mondadori posseduta da Fininvest. E' la riprova che a Milano è impossibile celebrare un processo che veda la applicazione delle regole del diritto quando vi è anche indirettamente coinvolto il presidente Berlusconi. E se la Corte d'Appello non sospenderà l'esecutività della sentenza, tale prova sarà ancora più evidente".
Articolata la disamina dell'avvocato-deputato Ghedini sulla sentenza che ha condannato la Fininvest a pagare un risarcimento di 560 milioni di euro alla Cir.
Il 5 luglio, appena 4 giorni fa, un altro Niccolò Ghedini, sempre avvocato di Belrusconi, anche lui parlamentare Pdl, a proposito della norma salva-Fininvest aveva detto "Non ne so nulla, non l’ho scritta io, non mi occupo di civile, ma di penale…". Immagino si trattasse di un omonimo burlone.
Articolata la disamina dell'avvocato-deputato Ghedini sulla sentenza che ha condannato la Fininvest a pagare un risarcimento di 560 milioni di euro alla Cir.
Il 5 luglio, appena 4 giorni fa, un altro Niccolò Ghedini, sempre avvocato di Belrusconi, anche lui parlamentare Pdl, a proposito della norma salva-Fininvest aveva detto "Non ne so nulla, non l’ho scritta io, non mi occupo di civile, ma di penale…". Immagino si trattasse di un omonimo burlone.
Fininvest, Mondadori e dettagli
Primi, pacati commenti alla sentenza di appello che ha condannato Fininvest a un risarcimento di 560 milioni per la vicenda del lodo Mondadori.
Per Marina Berlusconi "neppure un euro è dovuto da parte nostra, siamo di fronte a un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto. Con un verdetto che nega l'evidenza emesso dalla magistratura milanese, la Fininvest viene condannata a versare una somma spropositata".
Secondo l'avvocato Ghedini, poi, "la Corte di Cassazione non potrà che annullare questa incredibile sentenza. La Corte d'Appello di Milano ha emesso una sentenza contro ogni logica processuale e fattuale".
Tra i mancati fondamenti e le logiche fattuali, forse i due dimenticano - come tutti gli altri cantori del berlusconismo prontamente intervenuti sull'argomento - il dettaglio che la giustizia aveva già dimostrato con sentenza definitiva che la sentenza del lodo Mondadori era stata comprata da Fininvest.
Per Marina Berlusconi "neppure un euro è dovuto da parte nostra, siamo di fronte a un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto. Con un verdetto che nega l'evidenza emesso dalla magistratura milanese, la Fininvest viene condannata a versare una somma spropositata".
Secondo l'avvocato Ghedini, poi, "la Corte di Cassazione non potrà che annullare questa incredibile sentenza. La Corte d'Appello di Milano ha emesso una sentenza contro ogni logica processuale e fattuale".
Tra i mancati fondamenti e le logiche fattuali, forse i due dimenticano - come tutti gli altri cantori del berlusconismo prontamente intervenuti sull'argomento - il dettaglio che la giustizia aveva già dimostrato con sentenza definitiva che la sentenza del lodo Mondadori era stata comprata da Fininvest.
venerdì 8 luglio 2011
si sono dimenticati di Bondi
Per Berlusconi "un'amichevole conversazione è stata trasformata in una formale intervista con tanto di domande e risposte". E secondo Cicchitto "più che un'intervista, quella di Berlusconi a Repubblica è una conversazione a ruota libera", quasi le stesse parole.
Qualcuno deve essersi dimenticato di passare gli ordini di scuderia a Bondi, che ha preso tutto molto sul serio e subito pigolato come "la decisione annunciata oggi dal Presidente Berlusconi è una ulteriore prova della sua profonda umanità e della sua intelligenza politica".
La prossima volta diteglielo subito che è uno scherzo.
Qualcuno deve essersi dimenticato di passare gli ordini di scuderia a Bondi, che ha preso tutto molto sul serio e subito pigolato come "la decisione annunciata oggi dal Presidente Berlusconi è una ulteriore prova della sua profonda umanità e della sua intelligenza politica".
La prossima volta diteglielo subito che è uno scherzo.
giovedì 7 luglio 2011
i dispiaceri di Tremonti
"I fuori onda li considero alla stregua di intercettazioni illegali". Evidentemente non pago delle presunte scuse di Tremonti per i commenti non teneri a lui rivolti, Brunetta prova a buttarla in caciara. E lo stesso Tremonti, poco prima, aveva commentato con toni simili.
Per i più distratti, un fuori onda è una ripresa fatta durante la pausa pubblicitaria di una trasmissione, o dietro le quinte, insomma in una situazione in cui è ragionevole credere che nessuno ti stia ascoltando.
Il "cretino" rifilato da Tremonti a Brunetta è stato pronunciato durante una conferenza stampa, in una sala stampa, alla presenza della stampa. Difficile pensare a una situazione di minore riservatezza, più facile pensare che a Tremonti non fregasse niente di essere sentito. O addirittura non dispiacesse.
Per i più distratti, un fuori onda è una ripresa fatta durante la pausa pubblicitaria di una trasmissione, o dietro le quinte, insomma in una situazione in cui è ragionevole credere che nessuno ti stia ascoltando.
Il "cretino" rifilato da Tremonti a Brunetta è stato pronunciato durante una conferenza stampa, in una sala stampa, alla presenza della stampa. Difficile pensare a una situazione di minore riservatezza, più facile pensare che a Tremonti non fregasse niente di essere sentito. O addirittura non dispiacesse.
evadere è giusto
"Credo che la pressione fiscale sia eccessiva e che comporti una sorta di giustificazione morale in chi evade. Essendo il primo contribuente italiano credo di non poter essere accusato di far le lodi di chi evade". Se fra tasse pagate e servizi resi dallo Stato "non c'è proporzione, si instaura nel cittadino una forma di giustificazione nel tentare di pagare meno imposte".
In teoria il ragionamento di Berlusconi potrebbe essere quasi lineare - non dico accettabile - al di là della vetustà del repertorio (sono cose che ripete imperterrito da anni) e di alcune forzature verbali che sanno di latinorum manzoniano, vedi la "forma di giustificazione" che "si instaura nel cittadino".
Il vero problema, però, non è tanto questo, quando il fatto che Berlusconi non è un leader rivoluzionario, ma il capo del governo. Cioè, diminuire le tasse e aumentare i servizi dovrebbe toccare a lui. Se non riesce a farlo, se la può prendere solo con se stesso.
In teoria il ragionamento di Berlusconi potrebbe essere quasi lineare - non dico accettabile - al di là della vetustà del repertorio (sono cose che ripete imperterrito da anni) e di alcune forzature verbali che sanno di latinorum manzoniano, vedi la "forma di giustificazione" che "si instaura nel cittadino".
Il vero problema, però, non è tanto questo, quando il fatto che Berlusconi non è un leader rivoluzionario, ma il capo del governo. Cioè, diminuire le tasse e aumentare i servizi dovrebbe toccare a lui. Se non riesce a farlo, se la può prendere solo con se stesso.
quest'uomo è stanco
"L'opposizione in Italia non si rassegna, non riesce a giocare una partita all'interno delle regole democratiche, ma è pronta ad usare ogni mezzo per ostacolare il governo, dalle manovre parlamentari alla strumentalizzazione dei risultati dei referendum e delle elezioni amministrative".
Berlusconi non si fa capace del perché l'opposizione non si rassegni e addirittura voglia ostacolare il governo! E usa "ogni mezzo" fuori dalle regole democratiche, azione parlamentare e consultazioni elettorali incluse! Quasi quasi ci si aspetta che da un momento all'altro possano arrivare a gesti estremi, come la presentazione di progetti di legge.
mercoledì 6 luglio 2011
il complesso di Quagliariello
"La norma ha suscitato polemiche, sia politiche che istituzionali, alla luce delle quali è stato saggio, e anche responsabile, che il presidente del Consiglio ne abbia disposto il ritiro, ma quelle norme avevano una loro razionalità". Così Quagliariello prova a far passare la vergognosa retromarcia obbligata sulla slava-Fininvest per un atto di grande responsabilità politica.
Poi prova ad analizzare il contesto: "Un un giudizio politico sereno da parte degli avversari di Berlusconi ormai è impossibile, si stravolge anche, sulla base di un sospetto, qualsiasi grammatica istituzionale". Ma dai? magari il sospetto che quella norma servisse solo a Berlusconi? Che malpensanti...
Infine l'amara constatazione: "Qualche volta c'è una specie di complesso di inferiorità, per cui, anche da parte nostra, si pensa di non poter sostenere delle buone ragioni. Come se avessimo la coda di paglia". O magari, ogni tanto, qualcosa che somigli a una coscienza.
Poi prova ad analizzare il contesto: "Un un giudizio politico sereno da parte degli avversari di Berlusconi ormai è impossibile, si stravolge anche, sulla base di un sospetto, qualsiasi grammatica istituzionale". Ma dai? magari il sospetto che quella norma servisse solo a Berlusconi? Che malpensanti...
Infine l'amara constatazione: "Qualche volta c'è una specie di complesso di inferiorità, per cui, anche da parte nostra, si pensa di non poter sostenere delle buone ragioni. Come se avessimo la coda di paglia". O magari, ogni tanto, qualcosa che somigli a una coscienza.
martedì 5 luglio 2011
no comment, Calderoli
"No comment. Non posso commentare quello che non ho visto, né letto". Così il ministro Calderoli sulla già famigerata norma salva-Fininvest inserita in Finanziaria.
Ora, si capisce l'imbarazzo dei sé-dicenti padani, ma il problema per Calderoli e i suoi colleghi di governo è che la norma in questione fa parte di un provvedimento approvato dal consiglio dei Ministri, e dunque anche da lui.
Sacconi e i fermenti
"E' una norma equilibrata che dà certezza e tutela tutte le parti. Va valutata in sé a prescindere dalla fattispecie a cui si applica anche se riguarda il premier". Con supremo sprezzo del ridicolo, il ministro Sacconi prova a difendere la norma infilata di soppiatto in finanziaria, che permette a Berlusconi di rimandare (per ora, poi da qui alla sentenza della Cassazione si potranno inventare tante altre cose) il pagamento di un risarcimento di 750 milioni di euro, o magari 500, ugualmente non bruscolini, alla Cir per il lodo Mondadori.
Al di là della magra figura - alla conferenza stampa si sono dati "malati" Tremonti, Brunetta, Romani e Calderoli, e la Lega non ha nascosto i suoi mal di pancia per la norma - è veramente deprimente che da anni la destra usi sempre la stessa argomentazione per difendere le leggi ad personam: è una norma giusta (da vedere), il popolo la vuole (chi ci crede), che ci possiamo fare se aiuta anche Berlusconi?
Ecco, il punto è questo. Tutti sarebbero più morbidi, forse, se il governo varasse ANCHE delle norme che servono ANCHE a Berlusconi. Il problemino è che questi si occupano SOLO di norme che servono SOLO a Berlusconi. La differenza non sfugge neanche ai fermenti lattici, speriamo qualcuno la illustri a Sacconi.
Al di là della magra figura - alla conferenza stampa si sono dati "malati" Tremonti, Brunetta, Romani e Calderoli, e la Lega non ha nascosto i suoi mal di pancia per la norma - è veramente deprimente che da anni la destra usi sempre la stessa argomentazione per difendere le leggi ad personam: è una norma giusta (da vedere), il popolo la vuole (chi ci crede), che ci possiamo fare se aiuta anche Berlusconi?
Ecco, il punto è questo. Tutti sarebbero più morbidi, forse, se il governo varasse ANCHE delle norme che servono ANCHE a Berlusconi. Il problemino è che questi si occupano SOLO di norme che servono SOLO a Berlusconi. La differenza non sfugge neanche ai fermenti lattici, speriamo qualcuno la illustri a Sacconi.
lunedì 4 luglio 2011
il compagno Calderoli
"Fosse per me, io vorrei una Lega ancora più leninista di prima, con il capo che parla e gli altri che tacciono". Dopo una settimana conclusa evocando i lanciafiamme per i rifiuti di Napoli, Calderoli apre al nuova settimana con un'intervista al Corriere che parla da sola.
E' chiaro che i suoi sono ululati alla luna, dettati dalla progressiva ascesa dei maroniani all'interno del partito, ed è noto che la Lega è un partito xenofobo, prepolitico e forse anche precivile. ma ogni tanto fare almeno finta di credere al concetto di democrazia non farebbe male, soprattutto per uno che di mestiere fa pur sempre il ministro della Repubblica.
E' chiaro che i suoi sono ululati alla luna, dettati dalla progressiva ascesa dei maroniani all'interno del partito, ed è noto che la Lega è un partito xenofobo, prepolitico e forse anche precivile. ma ogni tanto fare almeno finta di credere al concetto di democrazia non farebbe male, soprattutto per uno che di mestiere fa pur sempre il ministro della Repubblica.
venerdì 1 luglio 2011
Giannino e il Vesuvio
"Quando si risveglierà il Vesuvio, capiremo che lì non c'è legalità. Tanto più sarà intenso e violento il risveglio del Vesuvio, quanto più, forse, rifonderemo lo spirito civile della città".
Come se non bastassero i leghisti a sparare raffiche di stupidaggini giornaliere, adesso ci si mette anche Oscar Giannino, che parlando di rifiuti a Napoli invoca un salvifico intervento del Vesuvio.
Al di là della miseria dell'affermazione e della pena per una ricerca al ribasso dell'affermazione ad effetto, che non viene certo mitigata dalla precisazione che non ci si augurano certo danni e vittime, resta da spiegare ai soloni d'oltre Po che del dramma rifiuti i napoletani non sono la causa. Sono le vittime.
Come se non bastassero i leghisti a sparare raffiche di stupidaggini giornaliere, adesso ci si mette anche Oscar Giannino, che parlando di rifiuti a Napoli invoca un salvifico intervento del Vesuvio.
Al di là della miseria dell'affermazione e della pena per una ricerca al ribasso dell'affermazione ad effetto, che non viene certo mitigata dalla precisazione che non ci si augurano certo danni e vittime, resta da spiegare ai soloni d'oltre Po che del dramma rifiuti i napoletani non sono la causa. Sono le vittime.
Alfano e il merito
"Dobbiamo diventare il partito del merito e del talento. Altrimenti non vincono i migliori". Detto da Alfano, nel corso della sua spontaneissima acclamazione a segretario del Pdl.
Pare dunque di capire due cose: la prima è che fino ad ora il Pdl non è stato né il partito del merito, né quello del talento. E non voglio sapere che partito sia stato, anche se qualche idea ce l'avrei.
La seconda è che, avendo il Pdl vinto spesso negli ultimi 20 anni, a vincere sono stati i peggiori. Chissà se il neosegretario si rende conto di quello che ha detto, ma come inizio non è male.
Pare dunque di capire due cose: la prima è che fino ad ora il Pdl non è stato né il partito del merito, né quello del talento. E non voglio sapere che partito sia stato, anche se qualche idea ce l'avrei.
La seconda è che, avendo il Pdl vinto spesso negli ultimi 20 anni, a vincere sono stati i peggiori. Chissà se il neosegretario si rende conto di quello che ha detto, ma come inizio non è male.
pausa pubblicitaria
"A ventitré anni sentii una musica, un jingle, e vidi un uomo che mi spinse alla mia prima campagna elettorale, che mi spinse ad aderire a Forza Italia. Lo decisi unilateralmente, senza parlare con Berlusconi, perché lui lo vedevo in televisione, lo vidi in quello splendido annuncio del gennaio del 1994. Credevo in quell'uomo e in quella musica".
Signore e signori, Angelino Alfano, il primo segretario di partito che non ha fatto politica per ideologia, valori, anche interesse, o convinzioni radicate. Ma per la pubblicità. E aveva pure 23 anni, non undici...
Signore e signori, Angelino Alfano, il primo segretario di partito che non ha fatto politica per ideologia, valori, anche interesse, o convinzioni radicate. Ma per la pubblicità. E aveva pure 23 anni, non undici...
Berlusconi e la privacy
"Presto faremo una legge sulle intercettazioni perché tutti voi e tutti i cittadini sentono violato il loro diritto di privacy e di libertà che è la nostra religione. Non è un paese civile quello in cui i cittadini, quando alzano il telefono, rischiano che la loro conversazione sia violata e pubblicata sui giornali".
Ecco, tra le tante cose detta stancamente da Berlusconi questa mattina, forse questa merita un minimo di attenzione. Perché casualmente le discussioni sulle intercettazioni tornano in mezzo quando c'è un'indagine in corso (che magari lambisce il premier). Perché con tutto quello che c'è da fare in Italia, è follia dare priorità a una cosa del genere. Perché essere intercettati non è una preoccupazione di tutti, ma solo di chi ha qualcosa da nascondere.
Vero, la privacy è sacra. Perché il governo non inizia a limitare l'invadenza delle società che ti chiamano a casa a tutte le ore del giorno e della notte per venderti qualsiasi cosa? Scommettiamo che questo interesserebbe a molti più cittadini...?
Ecco, tra le tante cose detta stancamente da Berlusconi questa mattina, forse questa merita un minimo di attenzione. Perché casualmente le discussioni sulle intercettazioni tornano in mezzo quando c'è un'indagine in corso (che magari lambisce il premier). Perché con tutto quello che c'è da fare in Italia, è follia dare priorità a una cosa del genere. Perché essere intercettati non è una preoccupazione di tutti, ma solo di chi ha qualcosa da nascondere.
Vero, la privacy è sacra. Perché il governo non inizia a limitare l'invadenza delle società che ti chiamano a casa a tutte le ore del giorno e della notte per venderti qualsiasi cosa? Scommettiamo che questo interesserebbe a molti più cittadini...?
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